Ciao, sono Gianluca, un innamorato delle proprie passioni. L'avventura è il tema portante, intesa come distacco dalla realtà quotidiana, per immergersi in un contesto dove l'istinto predomina sulla razionalità; intesa come scoperta della verticalità, nel sentirsi completi quando si va sempre più su, sfidando le proprie paure ma contemplando l'abisso. In questo spazio sono condivise le mie esperienze, magari per invogliare qualcuno a ripeterle, magari per fornire qualche utile consiglio.


venerdì 4 dicembre 2015

Croce di Monte Bove, Monte Bove Nord, Monte Bove Sud e Monte Bicco Invernale



Ventinove Novembre 2015 
Partenza dall'Hotel Felycita di Frontignano (1325m) ore 7:53
Rientro all'Hotel Felycita di Frontignano ore 15:42
Durata escursione 7h 49' 
Lunghezza tragitto: 11,9 km circa
Grado di difficoltà: EEi, progressione su neve, di cui 3,7 Km con l'ausilio delle ciaspole
Dislivello in salita: 1017m 
Dislivello in discesa: 1039m 
Vette da raggiunte: 1905m Croce di Monte Bove (croce di ferro), 2112m Monte Bove Nord (omino di pietre), 2169m Monte Bove Sud (omino di pietre), 2052m Monte Bicco (omino di pietre) 
Quota massima: 2169m Monte Bove Sud
Monti Sibillini su Wikipedia
Monte Bove su Wikipedia
Monte Bicco su Wikipedia




Ebbene si! Siamo arrivati alla terza parte, con questo post si chiude la trilogia della "Val di Panico": l'abbiamo attraversata nella sua interezza arrivando fino alla cima del "Pizzo Berro" tramite la "ferratina", passando per la "Forca della Cervara", e chiudendo l'anello percorrendo la via sopra il "Fosso la Foce" (Venticinque Ottobre 2015 - Escursione Pizzo Berro); abbiamo percorso il suo pendio di Nord-Est concatenando il "Monte Acuto", il "Pizzo dei tre Vescovi", il "Pizzo Berro" ed infine il "Monte Priora" (Otto Novembre 2015 - Escursione Monte Acuto, Pizzo dei Tre Vescovi, Pizzo Berro e Monte Priora); mancava all'appello la sola pendice di Ovest e Sud-Ovest, quella delimitata dal massiccio del "Monte Bove", quella di cui parleremo in questo post.
A completare il tutto l'arrivo della neve che ha messo un po' di pepe (e fatica!) a questa escursione. 
Di buon mattino io e Mirko siamo già di fronte all'Hotel "Felycita" di Frontignano, da dove partirà la nostra avventura. Abbiamo con noi tutta l'attrezzatura necessaria per affrontare qualsiasi tipo di innevamento troveremo lungo il nostro tragitto: ghette, racchette da neve, ramponi, piccozza e bastoncini... siamo pronti praticamente a tutto!
Imbocchiamo il sentiero con segnavia (numero 272) che scende alla sinistra dell'hotel e subito ci troviamo in mezzo al bosco (le "Macchie di Bicco"): si procede ancora abbastanza bene, stiamo percorrendo un tratto pianeggiante e la neve è alta massimo una trentina di centimetri. Non siamo i primi a tracciare la via, lungo il percorso c'è una coppia di impronte: non sono state lasciate oggi, sono di ieri e non hanno percorso il giro in senso orario, come faremo noi, ma in senso opposto. Una paio di impronte sono state lasciate da uno scarpone enorme, mentre l'altra da uno più piccolo (diciamo normale): abbiamo subito affibbiato al possessore dell'impronta "gigante" il nomignolo di "Yeti", elemento goliardico che ci accompagnerà fino alla vetta del "Monte Bove Nord". Grazie "Yeti", ci hai dato una grossa mano, a buon rendere, ovunque e chiunque tu sia!


I contrafforti rocciosi della "Croce di Monte Bove".

Dopo circa un paio di chilometri di marcia la pendenza inizia a crescere, così come il livello della neve: è tempo di indossare le racchette!
Prima di partire posizioniamo il rialzo per il tacco in posizione di salita e via, si va!
Non vedevamo l'ora di utilizzarle, di camminare "felpatamente" sulla neve, di sentire il loro rumore ovattato: quest'anno siamo fortunati, la stagione invernale è iniziata abbastanza presto, speriamo duri.
Teniamo un buon ritmo, vuoi per l'euforia, vuoi per il pendio che non presenta inclinazioni laterali, vuoi per la compattezza della neve: in breve tempo usciamo dal bosco  e raggiungiamo l’ampia conca erbosa al di sopra della "Val di Bove".
Aggirato un ampio crestone tenendoci sulla sinistra, raggiungiamo la "Fonte della Val di Bove" (1597m), dove sono presenti alcuni bei abbeveratoi di legno: fa talmente freddo che l'acqua ivi contenuta è gelata. 



La "Fonte della Val di Bove", sullo sfondo il "Monte Torrone".

Decidiamo di fare una breve sosta, dopo aver camminato sempre in ombra adesso che siamo al sole vogliamo godere per qualche istante del suo calore: un buon tè caldo al miele, qualche biscotto, del cioccolato, una banana e siamo come nuovi!
Qui c'è un bivio, il sentiero si dirama in due: a destra (segnavia n.272) si prosegue in direzione "Monte Bove Sud"; a sinistra (segnavia n.270) si prosegue verso la cresta tra la "Croce di Monte Bove" e il "Monte Bove Nord". 
Come da programma seguiamo il sentiero 270 che sale tagliando diagonalmente il pendio verso sinistra... e qui inizia il bello!
L'avanzare adesso avviene con maggiore difficoltà, con maggiore sforzo si riesce a tenere un buon ritmo: la forte pendenza laterale non ci fa più proseguire armonicamente come prima, dobbiamo esercitare una maggiore forza sui bastoncini e contemporaneamente controllare lo scivolamento verso sinistra pressoché costante. Non guardiamo più verso la nostra meta, usiamo il vecchio "trucco" di limitare la visuale anteriore a pochi metri, dobbiamo "ingannare" noi stessi: contiamo trenta passi, guardiamo indietro, alle nostre impronte e ci diciamo quanto siamo stati bravi a compiere tutto quel tragitto e ricominciamo da capo, si prosegue ad oltranza. 
Di solito il gioco funziona anche se trattenersi nel guardare in alto non è facile, la tentazione è fortissima e ogni tanto si bara, a nostro discapito!


Il lungo traverso per raggiungere la cresta della "Croce di Monte Bove".

In questi momenti il tempo e lo spazio diventano un tutt'uno, si entra in una dimensione colorata di bianco, in una sorta di trance dove si è completamente isolati da tutto e da tutti, dove l'unico obiettivo è quello di mettere un passo davanti all'altro, la mente deve andare in "loop" e mandare in esecuzione sempre lo stesso programma: lo sforzo non è fisico, è mentale, la difficoltà sta nel focalizzare tutto quello che abbiamo in testa in un'unica direzione, un unico pensiero.
Non so quanto tempo sia trascorso, so solo che finalmente mi ritrovo nei pressi delle formazioni rocciose della "Croce di Monte Bove"... 
Togliamo le racchette da neve, qui ci sarebbero solo d'intralcio, idem per i bastoncini: la croce è a vista, un breve percorso su roccia mista a neve e ci siamo! 
Dobbiamo proseguire con accortezza però, adesso ci dobbiamo concentrare sul dove mettere i piedi: siamo in bilico tra le "Fraonare", lato "Val di Panico" e la "Minciuria" lato "Val di Bove", due bei precipizi. 


Le "Fraonare", sotto la "Val di Panico".

Fortunatamente abbiamo le orme dello "Yeti", che, come un faro all'orizzonte per una barca, ci guidano: se le sue impronte sono arrivate a valle significa che ha percorso sempre la strada giusta, non ci resta quindi che seguirle fedelmente.
Dopo alcuni bei passaggi ci siamo, la prima meta della giornata è stata raggiunta: "Croce di Monte Bove" (1905m, croce di ferro)!
Adesso possiamo liberare il nostro sguardo, possiamo stemperare un poco la tensione dovuta alla concentrazione accumulata durante la salita: il panorama è da brividi ma allo stesso tempo confortante. Sembra di stare sulla prua di un vascello, sopra il ponte più alto, mentre si naviga sul Mar Glaciale Artico, gli iceberg come le montagne imbiancate di neve, il mare come le valli sottostanti... Bei momenti, sono proprio dei bei momenti questi...
E' tempo di rimettersi in marcia, ci aspettano altre tre cime. 


Scendendo dalle rocce sullo sfondo il "Monte Bove Sud" ed il "Monte Bicco".

Percorriamo a ritroso lo stesso tragitto fino all'inizio delle formazioni rocciose, dove riprendiamo il nostro percorso ad anello: il prossimo obiettivo è la vetta del "Monte Bove Nord". Non la "attaccheremo" direttamente, faremo un lungo traverso sulla sua destra aggirandola prima e saliremo direttamente da Sud-Est poi, dove la pendenza è meno forte. 


Il lungo traverso alle pendici del "Monte Bove Nord".

Le impronte indicano che lo "Yeti" è sceso seguendo il percorso più breve, no, questa volta non lo seguiremo, saremo fedeli al sentiero indicato sulla mappa. La parte iniziale in cresta scivola via in un battibaleno, mentre quella sul traverso ci toglie ulteriori energie: non indossiamo le ciaspole perché la pendenza, stavolta verso destra, è notevole, paghiamo però lo scotto affondando con le gambe fin sopra le ginocchia. Meglio iniziare a contare fino a trenta...
Anche stavolta, come sempre, ha funzionato e dopo un tempo indefinito ci ritroviamo presso la "Forcella della Val di Bove" (1992m), dove incrociamo nuovamente le impronte dello "Yeti": non ci resta che seguirle fino alla vetta.
Parentesi.
Da premettere che l'accesso alla vetta ed alle pareti rocciose del "Monte Bove Nord" è consentito solo nel periodo invernale (dal 1 Novembre al 30 di Aprile) per la tutela del Camoscio appenninico e della nidificazione dell'Aquila reale.
Chiusa Parentesi.
In pochi minuti ci siamo, ed io ho il fiatone per la foga con cui ho risalito gli ultimi metri che ci separavano dall'omino di pietre della cima di "Monte Bove Nord" (2112m).


Omino di pietre sulla vetta del "Monte Bove Nord", sullo sfondo il "Pizzo Berro" ed il "Monte Priora".

La visuale non è in parte limitata come sulla "Croce di Monte Bove", qui, a parte un piccolo "cono d'ombra" dovuto alla cima di "Monte Bove Sud", si riesce a spaziare tutto intorno. Facciamo un giro insieme? Pronti, via!
In senso antiorario: il "Pizzo Berro", il "Monte Priora", il "Pizzo dei Tre Vescovi", il "Monte Rotondo", la "Croce di Monte Rotondo", la "Croce di Monte Bove", il "Monte Bicco", il "Monte Bove Sud" ed il "Monte Sibilla".


Panoramica a 360° dalla vetta del "Monte Bove Nord".

Vorremmo rimanere di più, ma è ora di partire nuovamente.
Scendiamo velocemente ed in pochi minuti siamo di nuovo alla "Forcella della Val di Bove": manca l'ultimo strappo in salita, quello che ci condurrà fino alla stazione della vecchia funivia prima e alla vetta del "Monte Bove sud" poi. Si procede per una larga cresta, la neve non è troppo alta e possiamo mantenere una buona andatura, l'unico fastidio che abbiamo adesso è quello del vento che adesso inizia a spirare con intensità da Ovest.


La sottile cresta che dalla cima del "Monte Bove Sud" conduce al "Monte Bicco" e la vecchia stazione della funivia mai utilizzata.

Facciamo degli incontri, altri alpinisti che vanno in direzione opposta alla nostra, come lo "Yeti" e... non è possibile, guarda chi andiamo ad incontrare!?
Piccola premessa. Tre settimane fa, sulla cima del "Monte Priora", abbiamo fatto conoscenza con un simpatico ragazzo di nome Antonio: quattro chiacchiere, scambi di cortesie ecc... ecc... "Dai, ci si rivede in giro, su queste vette! Buon rientro!".
Le mie parole sono state profetiche, incontriamo proprio lui: stavolta non è solo, è con un suo amico, stanno facendo il nostro stesso giro in senso inverso. Anche stavolta ci fermiamo a fare due (non quattro) chiacchiere e ci scambiamo indicazioni utili per la salita/discesa: "Dai Antonio, stavolta non dovremo aspettare tanto per incontrarci nuovamente, scommetti che più tardi al "Felycita"...".
Raggiungiamo la stazione della vecchia funivia, troviamo un angolino all'esterno al sole e riparato dal vento e ci sediamo. Siamo in un'oasi, abbiamo di fronte, a pochi metri, la vetta del "Monte Bove Sud": il vento soffia forte e solleva minuscole particelle di neve che con i raggi del sole crea un caleidoscopio di colori che ha del fiabesco. Rimango ad osservare questo spettacolo per alcuni minuti, senza muovermi, senza fiatare, in silenzio, gustando questo silenzio...

Piccola parentesi musicale. 
Dire che sono un grosso fan dei Depeche Mode è poco, non sto qui a tediarvi con la loro storia, le loro canzoni, tutti i loro concerti ai quali ho partecipato ecc... ecc... 

Il video ufficiale di "Enjoy The Silence" dei Depeche Mode.

Uno dei loro maggiori successi di tutti i tempi, una delle loro canzoni più note è "Enjoy the Silence": il titolo ed i testi non hanno bisogno di essere commentati e se date una occhiata al video musicale, proverete una sorta di dejavù (in particolare dal minuto 3:26) grazie alle immagini, alla musica ed ovviamente a quanto scritto finora dal sottoscritto. 
Chiusa parentesi musicale.

Facciamo un ultimo spuntino e ci prepariamo nuovamente a partire. Rinfrancati dalla sosta e dai momenti di estasi emotiva vissuti pocanzi, scendiamo per pochi metri tenendoci sopra il pendio che degrada verso la "Forca della Cervara"; lo attraversiamo in parte fino a raggiungere l'anticima della vetta di "Monte Bove Sud". Lo spettacolo però non è la sopra, è qui, dove la cresta è affilata come la lama di un rasoio, dove si formano vortici di vento e neve, dove tutti i sensi sono "colpiti" da sensazioni inusuali: con le parole non è facile descrivere quello a cui si assiste, bisogna esserci, bisogna vivere questi frangenti... Spero di avervi invogliato a sufficienza!



"...dove la cresta è affilata come la lama di un rasoio, dove si formano vortici di vento e neve, dove tutti i sensi sono "colpiti" da sensazioni inusuali: con le parole non è facile descrivere quello a cui si assiste, bisogna esserci, bisogna vivere questi frangenti..."

Saliamo sulla cima del "Monte Bove Sud" (2169m, omino di pietre): ancora non ne ho parlato, ma dalla galleria fotografica in fondo al post credo si noti quanto non ci siamo risparmiati in termini di fotografie scattate (a breve pagheremo dazio...); la giornata è a dir poco fantastica ed il bianco della neve con l'azzurro del cielo creano una combinazione cromatica che ha del meraviglioso.


Uno sguardo verso Sud dalla cima del "Monte Bove Sud" (2169m).

Inizia la fase di discesa e per la prima parte avverrà tutta in cresta, scendendo tutto d'un fiato fino alla vetta del "Monte Bicco". E' emozionante, si cammina lungo una sottile striscia di roccia e neve, i passi devono essere pesati uno ad uno, bisogna stare sempre sulla corda: meglio non pensare a quello che potrebbe succedere in caso di disattenzione o negligenza. Non ricordo chi, ma qualcuno diceva che l'escursione termina quando si arriva nuovamente al luogo di partenza, non solo in cima ad un monte o altro; l'errore che di solito si compie è quello di concentrare tutte le energie per il raggiungimento di un obiettivo, dimenticando che la priorità invece è sempre e solo una: portare a casa la pelle! Per fare questo bisogna quindi dosare le energie, conoscere i propri mezzi, non superare i propri limiti, muoversi restando in un margine di sicurezza il più alto possibile: purtroppo non abbiamo sette vite come i gatti, ne abbiamo solo una.


La sottile cresta percorsa dalla vetta del "Monte Bove Sud" fino alla base rocciosa del "Monte Bicco".

Raggiungiamo le formazioni rocciose che precedono l'arrivo sulla vetta del "Monte Bicco": attacco del tutto simile a quello della "Croce di Monte Bove" affrontato in mattinata. Dopo dieci minuti siamo sulla sua vetta: Monte Bicco (2052m, omino di pietre).
E qui paghiamo il dazio di cui sopra: complice il freddo, complice la gran mole di scatti effettuati, complice il gran numero di applicazioni e servizi attivi, ci ritroviamo le batterie dei nostri telefoni completamente scariche... che deficienti!
Niente più fotografie! Che rabbia!
Torniamo indietro mestamente fino all'inizio delle formazioni rocciose della cima del "Bicco" e da lì la nostra discesa continua seguendo praticamente i piloni della seggiovia fino alla stazione di arrivo, ossia nuovamente all'Hotel Felycita.
Ivi giunti alla nostra sinistra, dal sentiero imboccato in mattinata, emergono due figure: "Antonio! Ti avevo detto che ci saremmo incontrati nuovamente!". Ancora sbatte gli occhi per lo stupore: "Adesso basta incontrarsi, non è che ti ritrovo sotto casa?".
A volte il caso riesce a sorprenderci, oppure dovrei darmi alla chiaroveggenza invece che all'alpinismo?




Breve filmato girato sulla vetta del "Monte Bove Nord"





Momenti salienti in un collage video






Link per album fotografico su Google Foto








Marcato in azzurro il percorso su traccia GPS registrata durante l'escursione.



Galleria fotografica


Dentro "Le macchie di Bicco".



Si intravede la "Croce di Monte Bove".



E' tempo di indossare le racchette da neve.


Formazioni rocciose del "Monte Bicco".



Una bella salita!


Ancora i contrafforti rocciosi della "Croce di Monte Bove".



Il sole sta salendo sempre più.



Fuori dalle "Macchie di Bicco".



La pendenza laterale qui ancora non è eccessiva.



Vicino alla "Fonte di Val di Bove".



Il "Monte Bicco" baciato dai primi raggi del sole.



Nella conca erbosa della "Val di Bove".



La "Fonte della Val di Bove", sullo sfondo il "Monte Torrone".



Primo piano sul fontanile...



... completamente ghiacciato.



Il bivio con segnavia: a destra (segnavia n.272) si prosegue in direzione "Monte Bove Sud"; a sinistra (segnavia n.270) si prosegue verso la cresta tra la "Croce di Monte Bove" e il "Monte Bove Nord".



Mirko intanto scatta proprio la fotografia...


... posizionata qui sopra! Ancora il "Monte Bicco".



Finalmente ci siamo! L'ascesa si è fatta sentire: via il giubbetto! 


Il "Monte Bove Nord" visto da Ovest.


La "Croce di Monte Bove" gioca a nascondino!



Tra le rocce...


... tocca arrampicare!


Questa è la splendida vista a Sud dalla vetta della "Croce di Monte Bove" (1905m).



"Selfie" con alle spalle la croce.



A sinistra il "Pizzo dei Tre Vescovi", a destra il "Monte Bove Nord".



In posa con la croce.



Si riparte!


Un'ultimo sguardo verso la croce.


Scendendo dalle rocce sullo sfondo il "Monte Bove Sud" ed il "Monte Bicco".



Il "Monte Bove Nord", la prossima meta.



L'abitato di "Casali" in basso a destra.


Si ricomincia a salire, senza ciaspole.



No, qui non ti seguiamo "Yeti"!


Tracciando la via, prima io...



... poi Mirko, ci si alterna da buoni amici.



Strana questa messa a fuoco non si sa dove!



Verso la vetta del "Monte Bove Nord" si gode di...



... questa vista, guardando a Sud.



Da sinistra verso destra il "Monte Priora", il "Pizzo Berro" ed il "Monte Sibilla".



Ancora da sinistra verso destra il "Monte Sibilla", "Forca della Cervara" ed il "Monte Bove Sud".



In cima! "Monte Bove Nord" (2112m).



Panoramica a 360° dalla vetta.



Il "Pizzo dei Tre Vescovi" e la "Forcella Angagnola".



Ancora in marcia dopo una rapida discesa.


I contrafforti rocciosi del "Monte Bove Nord" ed il "Monte Rotondo" sullo sfondo.


Il "Monte Bicco" sulla sinistra ed il "Monte Cornaccione" a destra.



Il "Monte Bove Nord" visto da Sud.



Omino di pietre posto sulla "Forcella della Val di Bove" (1992m).



Una scultura di roccia, vento e ghiaccio.



La sottile cresta che dalla cima del "Monte Bove Sud" conduce al "Monte Bicco".



La vecchia stazione della funivia.



Dall'anticima del "Monte Bove Sud" vista sul "Monte Sibilla" e sulla "Valle del Tenna".



"...dove la cresta è affilata come la lama di un rasoio, dove si formano vortici di vento e neve, dove tutti i sensi sono "colpiti" da sensazioni inusuali: con le parole non è facile descrivere quello a cui si assiste, ..."



"... bisogna esserci, bisogna vivere questi frangenti..."



"Monte Bove Sud" (2169m)!Sullo sfondo le cime che fanno da anfiteatro ai "Laghi di Pilato".


La sottile cresta che affronteremo per arrivare al "Monte Bicco".


Omino di pietra, il "Sibilla" sempre inquadrato...


... così come il "Berro" e la "Priora".


Mirko piccolissimo in cresta...


... quello invece sono io.


Scendendo per la cresta.




Gli impianti di risalita in basso.


Il "Monte Bove Sud".


La stazione di arrivo della vecchia funivia.


Mirko in posa.












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