Ciao, sono Gianluca, un innamorato delle proprie passioni. L'avventura è il tema portante, intesa come distacco dalla realtà quotidiana, per immergersi in un contesto dove l'istinto predomina sulla razionalità; intesa come scoperta della verticalità, nel sentirsi completi quando si va sempre più su, sfidando le proprie paure ma contemplando l'abisso. In questo spazio sono condivise le mie esperienze, magari per invogliare qualcuno a ripeterle, magari per fornire qualche utile consiglio.


venerdì 24 marzo 2017

Pizzo Tre Vescovi dal rifugio "Città di Amandola" con salita per il Monte Amandola, Monte Castelmanardo e Monte Acuto (cresta di Nord-Est)

"... abbandoniamo il sentiero n.241 che procede alla nostra sinistra costeggiando la base del "Monte Acuto" ed iniziamo a seguire una flebile traccia che per prati si arrampica lungo l'affilata e ripida cresta che ci condurrà fin sulla vetta di quest'ultimo, niente a che vedere con quanto affrontato finora: ed è qui che inizia il bello!"



Venti Novembre 2016 
Partenza dal rifugio "Città di Amandola" (1200m) ore 7:31
Rientro al rifugio "Città di Amandola" ore 16:21
Durata escursione 8h 50' (pause merenda di 18' alla "Forcella Bassete" e di 19' sulla vetta del Pizzo Tre Vescovi, pausa pranzo di 44' nel "Casale Grascete")
Tempo di marcia: 7h 29'
Lunghezza tragitto: 17,5km circa
Grado di difficoltà: EE, passaggi di I grado per la vetta del Monte Acuto
Dislivello in salita: 1470m 
Dislivello in discesa: 1463m 
Vette raggiunte: 1706m Monte Amandola (croce di ferro), 1917m Monte Castelmanardo (omino di pietre), 1864m Scoglio del Montone, 1832m Colle Bassete, 2035m Monte Acuto (omino di pietre),  2092m Pizzo dei Tre Vescovi (croce di ferro) 
Quota massima: 2092m Pizzo dei Tre Vescovi
Monti Sibillini su Wikipedia
Pizzo dei Tre Vescovi su Wikipedia
Pizzo Berro su Wikipedia
Monte Priora su Wikipedia



Marcato in azzurro il percorso su traccia GPS registrata durante l'escursione.



Percorso:
Dietro il rifugio "Città di Amandola" si prende il sentiero del Parco n.241 (segni bianco-rossi) che inizia a salire prima con alcuni ripidi tornanti in mezzo al bosco, e poi con un lungo traverso che taglia il versante nordorientale del "Monte Amandola". Si giunge ad una sella da dove, proseguendo per prati, è possibile raggiungere facilmente la vetta del "Monte Amandola" (croce metallica). Si prosegue fino al "Casale Grascete" e da lì si segue la strada imbrecciata posta poco sopra le fonti adiacenti il casale stesso, che poi si abbandona nei pressi di una piccola costruzione (dove la carrareccia termina). Si prosegue per prati fino a raggiungere la cresta che ha come estremi il "Monte Castelmanardo" a Est ed il "Monte Acuto" ad Ovest: ci si trova nella zona di confine del Parco dei Sibillini e la marcia prosegue, seguendo il filo di cresta, tra paletti e vecchie recinzioni ormai consunti. Raggiunta la vetta del "Monte Castelmanardo" (omino di pietre) si inizia a scendere lungo la cresta passando per lo "Scoglio del Montone" prima ed il "Colle Bassete" poi. Raggiunta la "Forcella Bassete" si lascia il sentiero n.241, che procede sulla sinistra (Sud) costeggiando la base del "Monte Acuto", e si segue una flebile traccia che per prati si arrampica lungo l'affilata e ripida cresta che conduce fin sulla vetta di quest'ultimo (omino di pietre).
Per la discesa si prosegue verso Sud-Ovest (passaggi di I grado su roccia, attenzione!) fino ad arrivare sulla sella tra il "Monte Acuto" ed il "Pizzo Tre Vescovi" per la cui ascesa si taglia il pendio in direzione Sud per poi svoltare verso Ovest seguendo il filo di cresta della vetta (croce metallica divelta). Per la discesa, raggiunta nuovamente la sella tra il "Monte Acuto" ed il "Pizzo Tre Vescovi" si procede riprendendo il sentiero n.241: nei pressi della "Forcella Bassete" invece di salire verso il "Monte Castel Manardo" stavolta si scende sulla destra (la traccia si perde tra l'erba), in direzione del "Casale Ara del Re", fino ad incrociare una carrareccia che in leggera ma costante salita conduce di fronte al "Casale Grascete" (sentiero n.241) da cui si ridiscende fino al rifugio "Città di Amandola".




Relazione:
Una mattina di fine Novembre, sono precisamente le 7:09 e stiamo assistendo ad un'alba magnifica. Il sole sale, aggiungendo colore a tutto quello che tocca con i suoi raggi: dalla posizione privilegiata in cui siamo si riesce a vedere anche il mare... 


L'alba, a sinistra il "Monte Ascensione", a destra i "Monti Gemelli".

"Non si può toccare l’alba se non si sono percorsi i sentieri della notte."
(Kahlil Gibran)
L'alba, con il disco del sole che sale dal mare tra il "Monte Ascensione" ed i "Monti Gemelli".

Oltre ad un meraviglioso arcobaleno...


"... un arcobaleno da fiaba".

Siamo di fronte la rifugio "Città di Amandola", iniziando la giornata nel migliore dei modi ossia pronti per un'escursione nei nostri amati Sibillini: feriti ulteriormente dopo l'ultima forte scossa sismica del 30 Ottobre scorso, ma che non abbiamo nessuna intenzione di abbandonare, anzi... 


Una bellissima alba dorata.

Siamo un bel quartetto: il sottoscritto, Lucia ed Assunta, che avevate già conosciuto in occasione dell' escursione sul Monte Bicco e Cime del Monte Bove, e Mario, anch'egli conosciuto in occasione di Uniti per Castelsantangelo sul Nera - Escursione solidale al Monte Vettore.
Una bella squadra che dopo aver scattato tutte le fotografie di rito, aver indossato scarponi e preparato l'attrezzatura ed aver caricato le vivande dentro gli zaini (più tardi viene il bello...) alle ore 7:31 è già in marcia. 
Iniziamo il nostro percorso seguendo la traccia che da dietro il rifugio inizia a salire prima con alcuni ripidi tornanti in mezzo la bosco, e poi con un lungo traverso che taglia il versante nordorientale del Monte Amandola (sentiero del Parco n.241, segni bianco-rossi): che dire, come risveglio non c'è male, fortuna non siamo partiti a spron battuto! 
Tra una chiacchiera e l'altra raggiungiamo senza troppi patemi una sella dove alla nostra sinistra spicca la croce sommitale del "Monte Amandola": in teoria non sarebbe un obiettivo della giornata (quando sono nei Sibillini non so  perché, ma ho la tendenza a "snobbare" le cime sotto quota duemila metri), vista la vicinanza però... 


Le colline marchigiane viste dal lungo traverso sopra il rifugio "Città di Amandola".

"Ragazzi, che ne dite di fare una capatina sulla vetta del "Monte Amandola"? Siamo qui, sarebbe da sciocchi non salire...". 
E qui mi sono dato la zappa sui piedi perché giustamente gli altri iniziano a prendermi in giro sul fatto che sarei salito sulla cima di una montagna sotto i duemila metri...
L'umore è quello giusto, quando la comitiva è nutrita la prestazione va in secondo piano, è il divertimento che sale in cattedra!
Aggiungo che in qualche punto è presente ancora della neve, residui della prima nevicata dell'anno avutasi la settimana scorsa: non siamo cattivi se lanciamo qualche palla di neve all'indirizzo di Mario, no?


Neve!

Superiamo di slancio il breve tragitto che conduce fino alla croce di vetta del "Monte Amandola": panorama S-T-U-P-E-N-D-O! 


La croce di vetta del "Monte Amandola". Sullo sfondo i "Monti Gemelli".

Guardando a Sud ci si trova di fronte all'immane profilo della Priora, guardando invece a Ovest già si vede nella sua interezza la lunga ed aguzza cresta che ci condurrà fin sulla vetta del Monte Acuto, voltandoci verso Est si vedono le colline della campagna marchigiana che degradano lentamente sul mare... 


Da sinistra verso destra le cime più importanti dei Sibillini: il "Monte Sibilla", il "Monte Priora" ed il "Pizzo Berro".

Da sinistra verso destra il "Pizzo Tre Vescovi" ed il "Monte Acuto".

Uno sguardo a Sud-Est dai prati sommitali del "Monte Amandola".

Leopardi aveva proprio ragione...
Nota negativa le nuvole che iniziano a coprire le cime delle montagne che ci circondano e che speriamo non riducano la visibilità nei momenti topici.


Si discute sul percorso. Grazie della foto ad Assunta.

Fotografie a iosa e poi giù per prati fino a raggiungere nuovamente la sella sopracitata: la traccia qui scompare ma il nostro obiettivo è di fronte a noi e la sua sagoma risalta tra i colori autunnali delle montagne. Ovviamente sto parlando del "Casale Grascete" che in pochi minuti di marcia raggiungiamo. Notiamo che è stato recentemente ristrutturato (scopriremo poi con i fondi della Comunità Europea) ed è tenuto in buono stato dalla civiltà e dall'educazione degli escursionisti che lo frequentano: entrati infatti constatiamo che è tutto perfettamente in ordine e pulito, c'è della legna per accendere un eventuale fuoco, ci sono delle sedie ed un piccolo tavolo dove è appoggiato un foglio in cui si invita a lasciare le cose come sono state trovate, il tutto sottoscritto da un certo Mauro. Che bello, le cose poi non vanno così male nel nostro povero paese: mi piacerebbe incontrare prima o poi questo Mauro e fargli i complimenti per quello che ha fatto.
Riprendiamo la marcia seguendo la strada imbrecciata posta poco sopra le fonti adiacenti il casale. Nei pressi di una piccola costruzione (dove la carrareccia termina) proseguiamo per prati fino a raggiungere la cresta che ha come estremi il "Monte Castelmanardo" a Est ed il "Monte Acuto" ad Ovest: siamo proprio nella zona di confine del Parco dei Sibillini e la nostra marcia prosegue, seguendo il filo di cresta, tra paletti e vecchie recinzioni ormai consunti. 


Fasi di discesa dal "Monte Castelmanardo".

Raggiungiamo la vetta del "Monte Castelmanardo" dove ci attende uno scarno omino di pietre: una piccola pausa per scattare fotografie e già iniziamo a scendere lungo la cresta che ci condurrà allo "Scoglio del Montone" prima ed al "Colle Bassete" poi. 


Dal "Monte Castelmanardo" al "Pizzo Tre Vescovi", tutta d'un fiato!

Qui il percorso inizia ad essere più aereo ed in alcuni punti la sottostante carrareccia che da Pintura di Bolognola conduce al rifugio del "Fargno" sembra essere molto vicina...
E qui facciamo degli incontri... Come dicevo ad inizio post non teniamo un'andatura forsennata (come mio solito) ed è così che veniamo raggiunti poco prima del "Colle Bassete" da una coppia di escursionisti e tu guarda il destino... 
Non sono proprio il "famoso" Mauro e sua moglie!? 


Incontri e quattro chiacchiere. Grazie della foto ad Assunta.

Facciamo quattro chiacchiere, diciamo otto: sui danni provocati dalle scosse di terremoto, sulla difficile situazione dei Sibillini, sulle nostre "imprese" alpinistiche e sullo stato del "Casale Grascete" curato da Mauro amorevolmente senza compenso alcuno.
Intanto il tempo passa... 


Da sinistra verso destra il "Monte Priora" ed il "Pizzo Berro", le nuvole iniziano a coprire le loro cime.

Però camminiamo e senza rendercene conto siamo già nei pressi della "Forcella Bassete" dove le nostre strade si dividono, con la promessa però di incontraci nuovamente... Il fato deciderà come e quando ci incontreremo con Mauro...


La parte iniziale della cresta di Nord-Est del "Monte Acuto".

In questo punto abbandoniamo il sentiero n.241, che procede alla nostra sinistra costeggiando la base del "Monte Acuto", ed iniziamo a seguire una flebile traccia che per prati si arrampica lungo l'affilata e ripida cresta che ci condurrà fin sulla vetta di quest'ultimo, niente a che vedere con quanto affrontato finora: ed è qui che inizia il bello!


Scorci... 

Facciamo una piccola merenda per ricaricare le pile ed iniziamo poi a salire... 
Non sto nella pelle, vado sempre in avanscoperta, action-camera accesa: mi comporto come un bambino al quale è stato regalato un nuovo giocattolo!


Il "Monte Castelmanardo" dalla cresta di Nord-Est del "Monte Acuto".

Ogni tanto mi fermo per aspettare gli altri... e poi via!


Proprio un bel percorso fino alla vetta!

In posa! Gianluca...

 ... Lucia ed Assunta.

Con questo tira e molla raggiungo la vetta: che dire, negli ultimi metri si devono mettere le mani a terra e guardando dietro le proprie spalle... bello! 


"Non c'è in natura una passione più diabolicamente impaziente di quella di colui che, tremando sull'orlo di un precipizio, medita di gettarvisi."
(Da "Il genio della perversione" di Edgar Allan Poe, 1845)
Mario e Lucia, due chiacchiere con il vuoto alle spalle, sullo sfondo il Pizzo Meta.

Mi sono proprio divertito!
Alla spicciolata arrivano gli altri miei compagni di ventura che neanche credono sia finita così in fretta, di trovarsi già in cima dopo aver superato dei passaggi non proprio semplici più che altro perché esposti.


Omino di pietre sulla vetta del "Monte Acuto". Grazie della foto ad Assunta.


Di seguito la carrellata con tutti i video registrati durante l'ascesa per la cresta di Nord-Est e sulla vetta del Monte Acuto:









Lungo la cresta di Nord-Est fino alla vetta del "Monte Acuto".

Una brevissima pausa e siamo di nuovo pronti per una ulteriore discesa, l'ultima da prendere con le molle, ossia quella per il versante di Sud-Ovest del "Monte Acuto" per arrivare alla sella tra quest'ultimo ed il "Pizzo Tre Vescovi". 


Dalla vetta del "Monte Acuto" uno sguardo verso Est.

In questo versante il terreno è più roccioso rispetto a quello esposto a Nord-Est e bisogna essere cauti, specie in un breve tratto dove ci sono dei passaggi di I grado. 



Discesa dal "Monte Acuto" da Sud-Ovest.

Memore dell'ultima volta in cui sono stato qui (Monte Acuto, Pizzo dei Tre Vescovi, Pizzo Berro e Monte Priora dalla Forcella del Fargno) individuo subito la via e così in pochi minuti siamo già scesi e pronti ad affrontare l'ultima salita della giornata ossia quella ci condurrà fin sulla vetta del "Pizzo Tre Vescovi". 


Poco sotto la vetta del "Monte Acuto", lato Sud-Ovest. Grazie della foto a Mario.

Purtroppo il meteo non ci sta dando una mano ed una fitta coltre di nuvole basse copre la parte sommitale di quest'ultimo e tutto quello che c'è a Ovest: in questo modo ci sarà preclusa la vista sulla "Val di Panico" che in Autunno ha dei colori magnifici (Pizzo Berro per la Val di Panico tramite la"Ferratina") e sul massiccio del Bove. Che sfortuna!


Il "Monte Acuto" dalla sella tra quest'ultimo ed il "Pizzo Tre Vescovi".

Il percorso da seguire fortunatamente non presenta alcuna difficoltà di rilievo: ho usato questo termine proprio perché qui, a differenza dei pochi residui incontrati in precedenza, il manto nevoso, specie in alcuni punti, inizia ad essere consistente. 


Nevai verso la vetta del "Pizzo Tre Vescovi", sullo sfondo il "Monte Acuto". Grazie della foto a Mario.

Chi vorrebbe indossare i ramponi per compiere solo pochi metri? Pericolo scongiurato!


Poco sotto la vetta, tra poco saremo completamente avvolti dalle nuvole.

Iniziamo la nostra salita tagliando il "Pizzo Tre Vescovi" in direzione Sud, per poi svoltare verso Ovest seguendo il filo di cresta della vetta: ormai manca davvero poco per arrivare in cima. Una cosa però stona, ossia non riesco ancora ad intravedere tra le nuvole la croce sommitale... 


Arrivo in vetta al "Pizzo Tre Vescovi".

Forse mi sbaglio, ancora sono troppo lontano...
Ed invece no!


La croce sommitale del "Pizzo Tre Vescovi".

La grossa croce metallica è stata letteralmente sradicata dal suolo e da quello che vedo escluderei che a causare tutto ciò siano state le scosse sismiche degli ultimi mesi (non sono presenti delle crepe nel terreno circostante) o l'opera di qualche vandalo... 
La causa secondo il mio punto di vista sta nel forte vento che c'è stato nelle giornate del 5 e 6 Novembre scorso (vedi Monte Priora dal Santuario della Madonna dell'Ambro con salita per la cresta di Sud-Est e discesa per quella di Nord-Est). Questa croce a differenza di quella del "Monte Priora" era ancorata al terreno solo tramite del cemento sulla sua base, non vi sono dei tiranti che distribuiscono simmetricamente le forti "tensioni" che si possono creare ad esempio con del forte vento.
Quando arrivano gli altri cerchiamo di sollevarla ma il peso è immane e poi senza l'opportuna attrezzatura ricadrebbe giù subito...
Questa constatazione ci rattrista e lo spuntino che facciamo sulla cima di questa montagna è uno dei più mesti e malinconici che abbia mai vissuto...
Circondati dalle nuvole, con la visibilità prossima allo zero il mangiare diventa un qualcosa di automatico, un atto necessario per ritemprare le sole forze e nulla di più...


Il "Monte Acuto" dal sentiero n.241.

Con il peso di un macigno sul cuore, dopo pochi minuti decidiamo di andarcene riprendendo il sentiero n.241 che stavolta seguiremo fino al "Casale Grascete" dove finalmente mangeremo qualcosa di più sostanzioso.
Scendendo, allontanandoci da quanto visto, complice anche la visibilità che verso Est migliora notevolmente, il nostro umore, da cupo e pessimista quale era divenuto, ridiventa gioviale e scherzoso: la nostra marcia deve continuare (il marciare come metafora del vivere per queste povere terre), ed in tal senso meglio farlo in allegria, no?
Dopo aver raggiunto nuovamente la "Forcella Bassete" invece di salire verso il "Monte Castel Manardo" stavolta scendiamo alla nostra destra, in direzione del "Casale Ara del Re", fino ad incrociare una carrareccia che in leggera ma costante salita ci condurrà proprio di fronte al "Casale Grascete". 
Come al solito in questo genere di tratti vengo preso dalla noia e se fosse per me inizierei a correre, fortuna le chiacchiere con Mario e l'allettante prospettiva che ho per il pranzo che tra poco arriverà...
Finalmente ci siamo, io e Mario abbiamo distaccato le ragazze e siamo già all'interno del casale dispiegando le nostre munizioni!
Dal mio zaino appare in un baleno una bottiglia di "Verdicchio dei Castelli di Jesi" (uno tra i migliori vini bianchi prodotti in Italia, ovviamente della Vallesina), da quello di Mario escono fuori nell'ordine della salamella e del salame di cinghiale...
Mancano solo pane e pizza che sono dentro lo zaino delle ragazze! 
Esco fuori e quando vedo spuntare la loro sagoma dalla strada non posso fare a meno di incitare la loro marcia: "Forza pigrone! Mancate solo voi!"
Ed il banchetto inizia...
Praticamente spazzoliamo via tutto quanto, vino compreso: poi Mario cala l'asse di briscola, ossia del vin cotto prodotto da lui (così come la salamella ed il salame di cinghiale, fantastici!) che a dispetto della gradazione alcolica "va giù pe' la gola che è 'na meraviglia!" (dialetto jesino).
Adesso chi ha voglia adesso di rimettersi in cammino?
Svogliatamente, molto svogliatamente riprendiamo la marcia, d'altronde l'oscurità in questo periodo cala molto presto e sinceramente non abbiamo voglia di percorrere gli ultimi tratti di sentiero al buio.


Verso il rifugio "Città di Amandola", tra poco farà buio.

Così in un modo o nell'altro riusciamo ad arrivare "sani e salvi" al rifugio "Città di Amandola": stretching defaticante e... 


Stretching! Grazie della foto ad Assunta.

"Il rifugio è aperto e l'atmosfera sembra accogliente, perché non andiamo a farci un'ultima birra?"
Secondo voi qual'è stata la risposta degli altri alla mia proposta?

P.S. Tengo a precisare che i sentieri seguiti in questa escursione a tutt'oggi non erano e non sono soggetti ad alcun divieto da parte delle autorità competenti in seguito agli eventi sismici dei mesi scorsi svoltisi nei Monti Sibillini.



Parte di percorso dal "Monte Amandola" fino alla "Forcella Bassete".

La cresta di Nord-Est del "Monte Acuto"



Link per album Fotografico su Google Foto




Galleria foto e video in preparazione.









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