Ciao, sono Gianluca, un innamorato delle proprie passioni. L'avventura è il tema portante, intesa come distacco dalla realtà quotidiana, per immergersi in un contesto dove l'istinto predomina sulla razionalità; intesa come scoperta della verticalità, nel sentirsi completi quando si va sempre più su, sfidando le proprie paure ma contemplando l'abisso. In questo spazio sono condivise le mie esperienze, magari per invogliare qualcuno a ripeterle, magari per fornire qualche utile consiglio.


giovedì 25 maggio 2017

San Leonardo dei Sibillini: passato, presente... e il futuro?

"(...) Alcune persone mi hanno scritto che forse è meglio così, che tutto vada in malora, che San Leonardo venga dimenticato, come avvenne in passato, in attesa di un nuovo "Muratore di Dio" che forse deve ancora nascere ..."


(...) Ancora riesco a correre lungo il sentiero che procede in leggera salita, sembra stia vincendo la mia sfida, l'orologio me ne sta dando conferma, e già da un po' la mia mente sta andando per conto proprio...

How Many Lies? (Quante Bugie?)

Musica e testo di Gary Kemp
   
Once there were times,
Once there were reasons filled with rhymes,
Everything shared, everything told
You keep me so warm,
Protect me from all those mighty storms
And dreams seem so old
So look at us now, just look at us now,
With our hands on our hearts
And lines on our brow
How many lies must we tell?
How many lies must we see?
How many times must we say, “it’s for the best?
And leave truth as the casualty?
Do you read through the lines,
Or believe the TV and ‘The Times?
Where can we find more ways to see?
You strain on the truth,
And make believe all when you cry wolf,
And the lies you’re giving me
So look at us now, just look at us now,
With our hands on our hearts
And lines on our brow
How many lies must we tell?
How many lies must we see?
How many times must we say, “it’s for the best?
And leave truth as the casualty?
Oh, well the truth is hard,
So when they write the book,
Fiction’s what you wanna be
Well, it’s your freedom of choice,
But you know that lies, are the cancer of democracy
You’ve painted your face,
And now you’ve tainted your words
And now you’re ready and armed with love
Well if you’re head is steady,
And your soul is ready,
We’re going up above
So whatever you wanna be,
Just come on along with me,
If there’s truth in our hearts,
Maybe we can break free
How many lies must we tell?
How many lies must we see?
How many times must we say, “it’s for the best?
And leave truth as the casualty?
How many lies must we tell?
How many lies must we see?
How many times must we say, “it’s for the best?
And leave truth as the casualty?
How many times must we say, “it’s for the best?
And leave nothing, yeah

Spandau Ballet - How many lies? (Live from The NEC Birmingham 1986)

Una volta c’erano momenti
Una volta c’erano discussioni piene di rime
Ogni cosa divisa, ogni cosa detta
Mi fai sentire cosi caldo
Mi proteggi dalle tempeste
I sogni sembrano cosi vecchi
Guardaci ora, guardaci ora
Con le mani sui nostri cuori
E con le rughe sulla fronte
Quante bugie dobbiamo raccontare?
Quante bugie dobbiamo vedere?
Per quante volte dobbiamo dire, “è per il meglio”
E lasciare la verità al caso?
Sai leggere fra le righe,
O credi nella TV e nei giornali?
Dove possiamo trovare altri modi di vedere?
Tu forzi la verità
E fai credere tutto quando gridi 'al lupo, al lupo'
E le bugie che mi racconti
Guardaci ora, guardaci ora
Con le mani sui nostri cuori
Quante bugie dobbiamo raccontare?
Quante bugie dobbiamo vedere?
Per quante volte dobbiamo dire, “è per il meglio”
E lasciare la verità al caso?
Oh, giusto la verità è dura
Così quando loro scrivono il libro
Finzione è quello che tu vuoi essere
Bhe, è una tua libera scelta
Ma sai che le menzogne, sono il cancro della democrazia
Ti stai pitturando la faccia
E ora hai tinto le tue parole
E ora, sei pronto e armato d’amore
Se sei convinto delle tue idee
E la tua anima è pronta
Stiamo salendo
Qualunque cosa vuoi essere
Seguimi
Se c’è verità nei nostri cuori
Forse possiamo essere liberi
Quante bugie dobbiamo raccontare?
Quante bugie dobbiamo vedere?
Per quante volte dobbiamo dire, “è per il meglio”
E lasciare la verità al caso?
Quante bugie dobbiamo raccontare?
Quante bugie dobbiamo vedere?
Per quante volte dobbiamo dire, “è per il meglio”
E lasciare la verità al caso?
Per quante volte dobbiamo dire, “è per il meglio”
E non lasciare nulla, yeah

Traccia 4 dell'album "Through the Barricades" (1986) degli Spandau Ballet
Tutti i testi sono coperti da copyright e sono di proprietà degli autori.

Siamo a metà anni '80, all'apice della "guerra" che si era venuta a creare tra le fan dei Duran Duran e quelle degli Spandau Ballet: "E' più bravo Simon Le Bon! No, è più bello Martin Kemp! John Taylor, che fico! Che bella la voce di Tony Hadley!" ecc... ecc... Alle medie durante l'intervallo i discorsi di noi maschi riguardavano il calcio, quelli delle femmine invece questa dualità. A volte mi intrufolavo nelle loro discussioni e le mettevo a disagio parteggiando un giorno per una band ed il successivo per l'altra: vivevo questa cosa spensieratamente prendendo ed aprrezzando il meglio dei due gruppi. Chi non ricorda "Wild Boys" dei Duran Duran o "Gold" degli Spandau Ballet?
Poi diciamocelo chiaro, io al tempo preferivo l'avvenente Madonna di "Like a Virgin", oppure i Depeche Mode di "People are People" e "Master and Servant", senza dimenticare gli Wham!...
Fu il periodo della cosiddetta "Duranmania", nel 1985 usci anche un film intitolato "Sposerò Simon Le Bon" (tratto dal romanzo omonimo di Clizia Gurrado).
Nel 1986, con il cambio di etichetta discografica, gli "Spandau" (come venivano chiamati qui in Italia) cambiano rotta anche musicalmente e passano dal pop-soul che li aveva contraddistinti nei lavori di studio precedenti, ad un sound maggiormente orientato verso il rock. Le tematiche affrontate nei testi delle canzoni altrsì mutano direzione e con l'album "Through The Barricades" diventano più "maturi" andando ad affrontare argomenti riguardanti tematiche sociali.
Nello specifico "How many lies?" tocca un tema quanto mai attuale e presente nella nostra vita: la menzogna.

"Le masse sono abbagliate più facilmente da una grande bugia che da una piccola."
(Adolf Hitler)

La menzogna fa parte della natura umana, come ci hanno insegnato fin da piccoli Cristo venne a noi per salvare l'uomo dal peccato, e la domanda che tutti ci siamo sempre posti è stata: "Quale peccato?". Ci hanno risposto: "Il Peccato Originale", ossia la famosa bugia pronunciata nel "Giardino dell'Eden" da un certo Adamo (spinto da una certa Eva), di cui siamo macchiati fin dalla nascita...

 Il "Laghetto della Sibilla", Domenica 30 Aprile 2017.

Riflettere sulla menzogna quindi significa comprendere la differenza che c'è tra il potere ed il linguaggio che viene utilizzato nella vita quotidiana. Infatti mentiamo quando parliamo e la bugia è un "peccato" della lingua: le parole in alcuni casi coprono e nascondono la realtà come una coltre di neve caduta al suolo. Mentire però è anche agire e questa è un’azione consapevole proiettata nel futuro assimilabile ad una strategia di controllo.
Idealmente ogni menzogna può essere rappresentata come un duplice processo ossia quello di occultare la verità (sostituendola con un racconto falso) distruggendola e costruire una visione dei fatti completamente diversa da quella reale; al centro vi è la discrepanza tra ciò che viene pronunciato e le intenzioni reali di chi parla (di solito le parole menzognere esibiscono l’essere nel suo apparire).
La menzogna quindi viene detta per ricavare un vantaggio pratico o personale, dal bottino di guerra al privilegio sociale o politico ed ha bisogno di un tu a cui rivolgersi, di un destinatario. Il mentire si colloca su una scena plurale ed è una interazione che implica  una certa reciprocità. Il bugiardo assume un ruolo attivo, mentre l’ascoltatore uno passivo, tuttavia non è improbabile che accada un rovesciamento di ruoli quando nella bugia perfetta l’ingannatore... si auto-inganna. Estro ed immedesimazione sono ingredienti essenziali per una bugia ben riuscita ed è un difficile esercizio di estraniazione: per diventare credibili bisogna svolgere un ottimo esercizio di empatia. Questo è il paradosso su cui si fonda ogni bugia: l'interpretare il ruolo del bugiardo viene compensato dal vantaggio pratico o personale a cui la menzogna mira.
Quindi la domande che mi pongo sono: Quando la fineremo con le menzogne? Quando smetteremo di dire bugie a volte anche a noi stessi?
Accompagnato dalla melodia di questa bella canzone, mentre percorro gli ultimi metri che mi stanno conducendo di fronte a San Leonardo, vedo l'immagine di Padre Pietro a bordo del piccolo trattore che usava per trasportare il materiale: tramite questa semplice associazione di idee non posso che "classificare" la situazione che si è venuta a creare dopo la sua morte.
Da un lato lui, fulgido esempio di coerenza e di fede, strenuo seguage degli insegnamenti tramandati da San Francesco e ligio servitore di Dio; dall'altro chi dovrebbe gestire questo angolo di pace e serenità dopo la sua morte.

 San Leonardo dei Sibillini, Domenica 30 Aprile 2017.

La verità, semplice, pura, emerge direttamente dalle parole di Padre Pietro:
«Tutti quelli che giungono fin quassù possono leggere nella mia opera l’estrema povertà in cui è nata e la grande fede con cui si è sviluppata. Il mio lavoro non ha conosciuto limiti di tempo, iniziava prima dell’alba e andava avanti fino a sera inoltrata, si svolgeva in condizioni proibitive e spesso disumane, sfidando la pioggia, il freddo, la neve, il caldo, la stanchezza. Quando mi domandano “Hai fatto tutto da solo?” rispondo: “No, siamo stati in due: lui impresario ed io operaio”. Forse, dopo avere lavorato tanto alle sue dipendenze, sono stato promosso capomastro, ma sono pur sempre soltanto uno strumento nelle sue mani».


Padre Pietro al lavoro (foto dal Web).

Le menzogne invece non sono espresse a parole, bensì sono generate dall'assordante silenzio che regna sulla questione, dal rimbalzo di responsabilità tra i vari interlocutori che dovrebbero prendere decisioni ed invece non lo fanno.
San Leonardo è abbandonato al suo destino, PUNTO: già dalla morte di Padre Pietro se ne vedevano le avvisaglie, ora grazie al sisma ne abbiamo l'attestazione ufficiale.
Nel mezzo noi, che abbiamo conosciuto Padre Pietro e capito il messaggio che ci ha donato con la sua umile quanto vivida esistenza. 

San Leonardo dei Sibillini, Domenica 30 Aprile 2017.

Qualche giorno fa TV di stato, rappresentanti del Parco, qualche alto "papavero" e forse prelato sono tutti saliti in passerella a San Leonardo passando per l'infernaccio, in barba ai divieti da loro imposti,  constatando quanto noi escursionisti, alpinisti, appassionati sapevamo da mesi. Qualcuno neanche indossava i DPI (Dispositivi di Protezione Individuale), come se un masso in bilico abbia una propria intelligenza e possa decidere se cadere o meno in base alla testa che colpirebbe: "Tu sei un'escursionista, stai infrangendo un divieto quindi ti cado in testa! No, tu no, sei della TV, sei un politico non posso cadere, rimango fermo al mio posto!"
Hanno "scoperto" la devastazione che c'è stata a causa delle grosse valanghe che si sono staccate dalla Priora e dalla Sibilla, che si è formato un "laghetto" lungo il corso del Tenna: la scoperta dell'acqua calda...

 Il grosso distacco che ha danneggiato la carrareccia che collega il parcheggio "Valleria" alla stretta "le Pisciarelle", Domenica 30 Aprile 2017.

La cosa mi ha infastidito, parecchio, perché poi sono state mostrate immagini in cui si vedono le lesioni della chiesa e del monastero ma non si dice come e quando verranno riparate, non si dice quando le persone potranno tornare a San Leonardo e cosa ben più grave non si coglie l'opportunità che ci è stata data dagli eventi sismici degli ultimi mesi. Si, OPPORTUNITA', perché tornare a San Leonardo potrebbe rappresentare una sorta di ritorno alla normalità per le persone colpite in prima persona dal terremoto, renderlo nuovamente accessibile potrebbe rappresentare per loro un simbolo di speranza, il simbolo di una rinascita che parte proprio dal ritornare in questo luogo.

 San Leonardo dei Sibillini, Domenica 30 Aprile 2017.

Portare le persone al "Laghetto della Sibilla" significa lanciare il messaggio che il terremoto non ha portato solo distruzione, ma ha generato una meraviglia della natura che potrebbe divenire una delle maggiori attrazioni dei Sibillini.

 Il "Laghetto della Sibilla", Domenica 30 Aprile 2017.

Invece niente, immobilismo totale: ho le lacrime agli occhi mentre osservo l'opera realizzata da Padre Pietro in 36 lunghi anni di duro lavoro e penso che non si farà nulla.
No, non mi ritrovo in questa Chiesa, "proprietaria" di San Leonardo, che vede quest'opera solo come un peso, un "fastidio" di cui sbarazzarsi (povere suore...); in questa Chiesa che fa dell'accoglienza un business; in questa Chiesa quanto mai lontana dalle persone e legata a giochi di potere che non le dovrebbero competere! Questa Chiesa incoerente che non segue gli insegnamenti di chi l'ha fondata!
Povero Padre Pietro, cosa penserai da lassù di tutto ciò che sta avvenendo?

 La faggeta antistante San Leonardo, Domenica 30 Aprile 2017.

Alcune persone mi hanno scritto che forse è meglio così, che tutto vada in malora, che San Leonardo venga dimenticato, come avvenne in passato, in attesa di un nuovo "Muratore di Dio" che forse deve ancora nascere ...

"Se vi è menzogna, allora vi è una verità da occultare, ed affinché la menzogna possa regnare indisturbata, bisogna che l'origine della menzogna rimanga sconosciuta."
(Anonimo)





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